Mercato dell’arte: il 2010 e il 2011
Nonostante il perdurare della crisi economica, per le grandi aste internazionali dell’arte, il 2010 è stato un anno di recupero di volumi e prezzi. E il 2011?
Chen Yife
Nonostante il perdurare della crisi economica, per le grandi aste internazionali dell’arte, il 2010 è stato un anno di recupero di volumi e prezzi. Nuova liquidità sembra essere affluita da nuovi mercati: infatti, sul mercato fanno sempre più notizia i compratori cinesi. Il mercato di Hong Kong, è ormai il terzo mercato mondiale dopo New York e Londra e, si dice, si appresta a divenire il primo. Anche nei record di asta 2010 per gli artisti contemporanei, il prezzo più alto è stato raggiunto da un artista cinese morto nel 2005, Chen Yifei, con un’opera venduta da Christie’s ad Hong Kong per 6.933.599 dollari. Tra i top 10, in calo Jeff Koons e tanto Basquiat. Nell’arte moderna, invece, il primato è andato a Picasso, con un’opera aggiudicata al record di sempre: 95 milioni di dollari, battendo di poco un italiano in grande forma: Alberto Giacometti, 92,5 milioni (secondo prezzo di sempre e record per l’artista) e Modigliani, terzo con “soli” 61,5 milioni ed, anche qui, il record di quotazione per un’opera dell’artista. Solo dopo, Wharhol, Matisse e Klimt, e tra le prime dieci opere figurano altre due opere di Modigliani e Giacometti, il che la dice lunga sulla rivalutazione in campo internazionale degli artisti moderni italiani negli ultimi anni.
In crescita anche il mercato delle aste in Italia, seppure in modo meno deciso. La crisi, peraltro, ha portato alla crescita del numero di case d’asta minori. Una crescita apparentemente spiegabile anche con la sempre maggior efficienza ed economicità delle banche dati e delle aste online e televisive. E va detto che, seppure alcuni artisti molto trattati oggi viaggiano su prezzi sacrificati, le case d’asta di esperienza in Italia resistono bene. Ad esempio, Gimmi Stefanini, della Casa D’Aste Pace di Milano, ci spiega che i punti di forza di una casa d’aste di esperienza trentennale come la sua, sono nella fidelizzazione dei collezionisti, nell’efficienza organizzativa e anche nel supporto di un funzionale canale internet.
E tuttavia, gli operatori nazionali lamentano la mancanza di programmazione normativa per il settore. In altre nazioni è normale sostenere questo settore durante le crisi economiche, poiché trattasi di settore di forte ciclicità: nelle crisi calano violentemente i prezzi e le transazioni (come accaduto nel 2008 e 2009). Come Paolo Manazza scrive sul Corriere, l’Italia sconta una posizione sempre marginale sull’asse internazionale del mercato.
Al di là del mercato delle aste citato, oggi il mercato dell’arte nelle fasce medio basse continua a soffrire. La propensione alla spesa delle classi medie per generi “spirituali” non è ripresa, complici le persistenti difficoltà e incertezze della crisi. Ed inoltre, mentre per i grandi artisti presenti nelle aste principali ci si aspetta di certo che essi mantengano una buona liquidità, per gli artisti minori od emergenti trattati dalle molte piccole gallerie, è fin troppo facile incorrere in acquisti senza valore di investimento, per mancanza di mercato sul dato artista o perchè lo stesso scompare da questo genere di attività. Le gallerie necessitano di sostenere gli artisti con mostre che hanno costi logistici, pubblicitari, editoriali e per la critica, molto elevati, e i ritorni sono incerti e comunque in tempi -si dice- di almeno 24 mesi. Le case d’aste forniscono un mercato piu’ efficiente, mentre le gallerie hanno la prerogativa ma anche la necessità di investire e fare cultura per “costruire il gusto” dei collezionisti.
In Italia, tuttavia, non si sono sviluppate le grandi gallerie presenti nei mercati più importanti. L’Italia è tra i paesi che non sostengono e che trattano peggio da un punto di vista fiscale, questo settore e le compravendite artistiche. E, altro imputato di cui si lamentano gallerie e case d’aste, tutto il sistema di “ancoraggio” nazionale delle opere d’arte italiane al nostro paese governato dalle sovraintendenze, che ne rende la vendita all’estero comunque farraginosa, e ancor peggio per le opere di oltre 50 anni, per le quali bisogna attendere un nulla osta né rapido né scontato. Se da un lato l’idea di evitare il disperdersi nel mondo delle opere nazionali sembra ancor oggi fatto di rilievo, d’altra parte non sostenerne il mercato e anzi renderlo più difficile, impedisce al settore arte in Italia di avere le risorse necessarie a vivere e crescere ai livelli che meriterebbe, vista la ricchezza culturale del nostro paese.Va da se che gallerie ed artisti viventi soffrono ancora. Anche la partecipazione alle molte fiere di arte contemporanea appare costosa, non compensata in molti casi da sufficienti aspettative di vendita. Il mercato del contemporaneo in Italia, comunque, non muore, ma certo, senza sostegno, fa fatica.
Di recente la Fondazione Rosselli ha affermato un concetto semplice e interessante: se il mondo dell’arte sviluppa un indotto terziario importante, in Italia manca una politica industriale per il settore, nonostante che esso è trainante in ogni economia avanzata, basata sulla conoscenza. Ed anche la difficoltà di trasferire opere, minori e non, all’estero, sembra contraddittoria in un mondo in cui ormai domina la globalizzazione e lo scambio di merci e cultura. Un mondo chiuso e non sostenuto è, insomma, un mondo che non cresce né respira. Anche i valori culturali necessitano, per svilupparsi, di sano ed onesto denaro, di organizzazione, di scambio.
Tornando al mercato delle aste in generale, le prospettive per il 2011 appaiono abbastanza intonate all’ottimismo. Il 2010 potrebbe aver avuto il carattere di un rimbalzo di assestamento, ma potremmo invece anche assistere ad una ulteriore graduale selettiva ripresa del mercato anche nelle fasce di artisti emergenti, con l’attenzione di non puntare a tempi di investimento troppo brevi. Non saremo certo di fronte all’euforia trascorsa sino al 2008, ma una graduale ripresa del clima economico generale potrebbe essere la leva giusta per risollevare gradualmente il mercato dell’arte in tutti i suoi segmenti.
di Antonio Mansueto (SoldiOnline)
Antoh, “Universi paralleli”, 2009, www.antoh.com
Antoh, “Universi paralleli”, 2009, www.antoh.com
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