De Nittis. Impressionista italiano |
Biografia e vita di Giuseppe De Nittis (1846 - 1884)Giuseppe De Nittis nasce a Barletta (Puglia), il 25 febbraio del 1846, da una famiglia di ricchi proprietari terrieri che muoiono però prematuramente, per cui Giuseppe viene educato dai nonni. A Barletta, già da bambino si appassiona al disegno e comincia a prendere lezioni dal pittore Giambattista Calò, maestro di scuola napoletana. ![]() A quattordici anni si trasferisce a Napoli con i fratelli e, per realizzare il suo sogno di diventare pittore, si iscrive all'Istituto di Belle Arti anche se osteggiato dalla famiglia. Irrequieto e ribelle, mostra presto una grande insofferenza verso metodi di insegnamento e stili artistici che considera superati e, dopo due anni, viene espulso. La libertà conquistata porta Giuseppe de Nittis a vivere un rapporto diretto con la campagna e il mare, che restano i soggetti pittorici più amati nel corso degli anni Sessanta. Nel 1864, dall’amicizia con Adriano Cecioni, Domenico Morelli,Antonio Leto, Marco De Gregorio e Federico Rossano, nasce la scuola di paesaggio detta “Scuola di Resina”, scuola che adotta, in buona parte, i principi del Verismo sostenuti dalla preesistente "Scuola di Posillipo" e sperimenta nuovi mezzi espressivi. Il 1867 è un anno importantissimo per il ventunenne Giuseppe che, incoraggiato dall'amico Adriano Cecioni presenta alcune opere all'Accademia delle Belle Arti di Firenze, suscitando grande ammirazione tra i Macchiaioli. Sempre alla ricerca di uno stile personale, Giuseppe de Nittis si trasferisce a Parigi che in quel momento è una vera fucina di nuovi fermenti pittorici e culturali. A Parigi De Nittis fa preziose conoscenze con mercanti d'arte del calibro di Adolphe Goupil, il quale cura il "commercio" delle sue opere e l'artista diventa “lo storico del costume del suo tempo”. Il giovane pittore attribuisce grande importanza al risalto cromatico, alla resa del volume della luce e dei colori, e Parigi, con i suoi boulvars, le donne eleganti e la vita mondana diventa il soggetto perfetto per i suoi quadri. Fra i soggetti preferiti di Giuseppe de Nittis, le donne occupano un posto privilegiato, ritratte nei luoghi in cui si svolge la vita di quella società dinamica e in crescita, nei grandi parchi, lungo le passeggiate, alle corse, nei salotti, nelle stanze delle ricche dimore borghesi. De Nittis, avendo lasciato gli studi giovanissimo, non aveva avuto una vera formazione culturale, aveva letto e visto assai poco dell'arte e questo fu un grande vantaggio per lui che, lontano dalle correnti dominanti, sia in ambito accademico che anticonformista, gli permisero di svilupparsi originalmente. A 23 anni il pittore sposa Lèontine Gruville, che in seguito influenza notevolmente le scelte sociali ed artistiche del marito, il quale, quell'anno, il 1869, fa la sua prima esposizione al Salon parigino, e toccherà il culmine della sua fama all'Esposizione Universale del 1878 esponendo undici tele.Giuseppe de Nittis ritrae spesso la bella moglie Leontine, dedicando grande attenzione ai particolari dell’abbigliamento che rivela, attraverso la percezione delicata della femminilità, una raffinata indagine psicologica. Giuseppe de Nittis trova il suo mondo ideale nella vita mondana di Parigi, ma spesso passa lunghi periodi in Italia nel suo paese natale per preparare abbozzi di paesaggi, figure e particolari che poi avrebbe trasformato in dipinti ad olio nel suo studio. Il quadro "Ritorno dal Vesuvio", datato 1873, dedicato allo scrittore Alexandre Dumas figlio, era stato tratto da uno di quegli studi sul campo, che il pittore sottoponeva agli amici Dumas, Edouard Manet, Edgar Degas, Tissot, Zola, Maupassant, ospiti che la moglie Léontine amava ricevere nella casa a Parigi. Nel 1874 Giuseppe de Nittis partecipa, unico italiano, alla prima mostra degli Impressionisti, mentre continua ad esporre al Salon riportando un enorme successo con il dipinto "Che freddo!". De Nittis muore a Saint-Germain-en-Laye il 21 agosto 1884, a soli 38 anni, stroncato da una congestione celebrale, lasciando un ricordo straordinario in chi lo conosceva ed un immenso patrimonio artistico. Sulla lapide del pittore, sepolto al Père Lachaise, Alexandre Dumas scrisse: "Ici git le peintre Joseph De Nittis morte à trente huit ans en pleine jeunesse en pleine amour en pleine gloire comme les heros e les demi–dieux" Sono gli anni Sessanta dell'800: alla guida della Scuola di Resina, De Nittis è a Napoli e la sua pittura risente ancora della Scuola di Posillipo, le tele sono a soggetto paesaggistico, alcune delle quali appartenenti alla collezione Sommaruga. In queste ultime, è evidente l'evoluzione artistica verso connotazioni più sintetiche (Alberi con effetti di nubi, Paesaggio Rosa, Sole nascente). Accanto a queste tele, sono esposte opere realizzate in Francia e già conformi agli stilemi impressionisti. La serie delle vedute del Vesuvio, magnifici e palpitanti scorci del vulcano del 1872. I viaggi che De Nittis è costretto ad affrontare sin da giovanissimo: verso Napoli, per studiare, verso Firenze, Roma e Torino, per cercare fortuna, verso Parigi, dove si stabilisce e ottiene fama e fortuna, senza mai dimenticare l'Italia, di cui ha nostalgia. Il tema del viaggio è spesso presente nelle sue opere, soprattutto sotto forma di luoghi quali la strada. E' Parigi la città dove De Nittis conclude, temporaneamente, il suo viaggio ed a questo magico luogo di bellezze femminili, di mondanità, cultura ed arte, egli dedica numerosi lavori. Con tele quali “Place de la Piramide” e “Lungo la Senna”, De Nittis coglie la città in divenire, nelle sue ricostruzioni moderne. Come moderne sono le manifestazioni quali le corse dei cavalli, nuovo passatempo della nobiltà, che egli ritrae con dovizia di particolari e gusto per le atmosfere impalpabili. Oltre a Parigi, anche Londra è presente nelle tele del pittore, recatosi nella capitale britannica in cerca di un nuovo mercato, con i ponti sul Tamigi, la repentina trasformazione urbanistica, l'insistente modernità. “Les femmes parisiennes”, ritratti femminili che hanno fatto meritare a De Nittis l'appellativo di “peintre des parisiennes”. La modella principale è la moglie Leontine, in barca, in vettura, a tavola, sull'amaca. Veri capolavori quali “Passeggiata invernale”, “Figura di Donna” e “Giornata d'inverno”. Molti interessanti disegni, e i pezzi giapponesi (era di gran moda, nell'Ottocento francese, collezionare oggetti provenienti dal Giappone) posseduti dall'artista, ma soprattutto le tele d'ispirazione giapponese, che egli dipinge con successo. Atmosfera di fermento ed evoluzione in atto nella seconda metà del XIX secolo. Le tele di De Nittis dimostrano con quanta originalità di intenti e potenza di espressione l'autore espresse i temi della vita moderna: dalla crescita delle metropoli ai mutati paesaggi urbani, dalla vita notturna, alla folla che la animava, dai locali alla moda, ai nuovi mezzi di locomozione. A questa sua modernità si affiancano, per contiguità di temi, celebri autori europei, tra i quali i maestri Degas, Caillebotte, Munch, Pissarro, Zandomeneghi. Giuseppe De Nittis, nato a Barletta nel 1846, fu sin dai suoi primi incontri artista di respiro internazionale. Dopo alcune esperienze a Roma e a Torino, tra le quali merita d'essere menzionata la fondazione della "Scuola di Resina", con Adriano Cecioni e Marco De Gregori, si recò a Parigi. Nella capitale francese, De Nittis iniziò ad esporre per la Maison Goupil, entrando in contatto con Edgar Degas ed altri autori impressionisti. De Nittis, infatti, partecipò alla prima Esposizione degli Impressionisti presso lo studio di Nadar. Da allora in poi la sua vita si divise tra numerose città europee, Londra, Parigi e Napoli, riscuotendo un successo senza pari per un artista proveniente dall'Italia dei regionalismi e delle province. De Nittis seppe sempre cogliere nelle sue opere le aspettative del moderno pubblico parigino. Della realtà riuscì sempre ad avere una percezione esatta, ritraendo con efficacia squarci di contemporaneità pur nel suo stile semplice. De Nittis sofferma l'attenzione sulle donne: Léontine, moglie di De Nittis, riveste un ruolo principale come musa ispiratrice del pittore di Barletta. Donna colta e raffinata, amante della moda, fatta di attillati corpetti, cappellini sbarazzini, voluttuosi strascichi, Léontine influenzò il gusto del marito, infondendo in lui la curiosità per il mondo femminile e per gli ambienti sociali da esse frequentati. La donna, nell'arte di fine Ottocento, viene interpretata come testimone del cambiamento della moda e dell'evoluzione del costume, ma anche come depositaria e partecipe di convenzioni sociali e riti laici. Flirtation,, 1874 L'amazzone,, 1874![]() La parfumerie violet,1880 Olio su tela, cm. 41 x 32 Musée Carnavalet, Paris Ora tranquilla, 1874Olio su tela, cm. 57x92 ![]() Sulla neve, 1875 olio su tela, cm 43x32,5 Tra i paraventi (1879), olio su tela, 72x53 cm, Barletta, Pinacoteca Comunale |

Alle corse di Auteuil, (1883)
olio su tela, 107,5x57 cm, Barletta, Pinacoteca Comunale

Perla e conchiglia,
olio su tela, Museo Civico di Barletta

Passeggiata invernale,
olio su tela, cm 178x95x7

A Leontine

La domenica a Londra, 1872,
olio su tela, cm 120 x 80

A 23 anni il pittore sposa Lèontine Gruville, che in seguito influenza notevolmente le scelte sociali ed artistiche del marito, il quale, quell'anno, il 1869, fa la sua prima esposizione al Salon parigino, e toccherà il culmine della sua fama all'Esposizione Universale del 1878 esponendo undici tele.




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